



Dicevamo renderebbe invisibile la strada ai tanti automobilisti, concentrati nella guida o impegnati a lanciare improperi al vicino di auto per una manovra imprudente o per svincolarsi dalla tenaglia del traffico, se non fosse che, volgendo lo sguardo verso uno delle costruzioni che fanno capolino dal muretto del marciapiede costeggiante il lungotevere (sulla destra se si segue il senso unico di marcia), si può notare un asino volante. Quest’asino è dipinto sul muro di un palazzetto, con la testa leggermente rivolta verso il basso ma con due grandi ali che lo sollevano verso i piani superiori.
Ma che ci sta a fare questo asino proprio lì ? Ebbene, per raccontare come ci sia finito su quel palazzo, bisogna ritornare indietro nel tempo quando nel 1888 i fasti del Teatro Apollo furono bruscamente interrotti con la sua demolizione, a causa dei lavori che prevedevano la costruzione degli argini del fiume Tevere. Nel luogo ove sorgeva il teatro venne posta nel 1925 una stele commemorativa, ancora oggi visibile. La perdita di questa grande attrazione fece si che nel tempo la zona divenne sempre più dimenticata provocando un lungo e costante cammino verso il degrado, fino agli anni settanta del XX secolo, quando la situazione raggiunse un livello insostenibile ed insopportabile per gli abitanti della strada, che non forniva più nemmeno i servizi basilari per una vita decente e le cui abitazioni richiedevano delle profonde manutenzioni e ristrutturazioni. Nel 1976 i cittadini si sollevarono in una protesta verso il Comune, che, fino ad allora, era rimasto sordo agli inviti, e raccolsero anche il supporto e la simpatia di molti ragazzi tra i 20 ed i 25 anni di età tra cui alcuni studenti della facoltà di Architettura.
La via è oggi sede di vari locali rinomati, stilisti di moda emergenti e gallerie d’arte.
Passando di là ed osservando quell’asinello con le ali viene da riflettere che è vero che gli asini volano nei cieli degli ingenui o degli stupidi, gli stessi forse che credono alle utopie o al manifestarsi di cose meravigliosamente improbabili, ma a Roma i “miracoli poetici” come questo possono accadere ed allora tu forestiero potrai raccontare di aver visto di fronte ai tuoi occhi un asino volante.
